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Cavriago, 27 febbraio 2025 – Il 21 Febbraio scorso, in una giornata scolastica come tutte le altre, la 2D della scuola secondaria “Galileo Galilei” di Cavriago, si è resa protagonista di un salvataggio inaspettato. Ecco il loro racconto.
"Stava per terminare l’ora di grammatica quando, nel silenzio più totale, la voce squillante di Yasser ha pronunciato questa frase: “Guardate, c’è un gufo!” Quelle parole gridate con stupore hanno scatenato in noi una curiosità tale che nessun richiamo avrebbe potuto fermarci dal precipitarci alla finestra, e così è stato! Venti facce curiose incollate ai vetri per verificare che veramente, sull’albero antistante la nostra aula, fosse appollaiato quello che poi abbiamo scoperto essere realmente un gufo comune.
Ci hanno subito colpito i suoi occhi giallo-arancio e il suo piumaggio striato. Mentre lo stavamo ammirando è accaduto l’inaspettato: quell'animale, che avevamo già battezzato come la nostra mascotte personale, è precipitato dall’albero, sbattendo la testa. Subito ci siamo allarmati tantissimo e abbiamo chiesto alla nostra prof.ssa Daniela Nunziante di scendere in cortile per controllare se l’animaletto stesse bene. La professoressa, che si è precipitata in cortile, ci ha poi riferito di essere stata prontamente aiutata nel recupero del nostro gufo, dalla Collaboratrice Scolastica Isabella Bastia. La fortuna ha voluto che Isabella avesse una certa esperienza in quanto volontaria della LIPU (Lega Italiana protezione uccelli). Il giorno dopo è stata proprio Lei, con le sue parole a raccontarci, nei minimi dettagli, l’evento: “Sono intervenuta con una certa sicurezza perché per tanti anni ho fatto la volontaria alla LIPU e so come trattare i rapaci. La cosa più importante quando si recupera un animale selvatico è proteggersi e proteggerlo, quindi l’ho coperto utilizzando il grembiule che avevo addosso perché era la cosa più comoda che potessi reperire in modo da poterlo bloccarle. Dopo avergli coperto la testa, per evitare che mi pizzicasse col becco uncinato, gli ho bloccato gli artigli, perchè nei rapaci, sia notturni che diurni, la cosa più pericolosa sono gli artigli e vanno neutralizzati. Poi, avvolto nel grembiule, l’ho riposto in una scatola al buio perchè ovviamente avverte la luce come un fastidio, inoltre questo è stato utile anche per tranquillizzarlo in quanto il caos ed il contatto con l’uomo non sono la sua normalità, anzi è molto pericoloso che si abitui all’uomo essendo un animale selvatico”. Il passaggio successivo al salvataggio e alla messa in sicurezza dell’animale è stato avvisare il Rifugio Matildico, centro nato nel 2011 proprio per il recupero della fauna selvatica. E’ venuto a scuola il suo fondatore, Ivano Chiapponi, che lo dirige con un gruppo di volontari per recuperare il nostro simpatico animaletto, che noi abbiamo affettuosamente ribattezzato “GUFETTA” (non conoscendone il sesso).
Il giorno dopo la nostra prof.ssa ha contattato i referenti del rifugio che ci hanno fatto sapere che “Gufetta” sta bene e verrà riconsegnata presto al suo habitat naturale.
E’ stato davvero emozionante contribuire a “salvare” una piccola vita e sentirci così partecipi del suo destino.
A questo punto vi salutiamo “Regalandovi” qualche nostra emozione:
“Quando ha visto il gufo ha provato felicità perché era la prima volta che ne vedevo uno. Poi, quando l’ ho visto cadere dall’albero ha provato tanta tristezza e preoccupazione. Avrei voluto andarci anche io a prenderlo in cortile ma non è stato possibile però sono stato io a dargli il nome “Gufetta” (Yasser)”.
“Ho sentito l’urlo di Yasser e mi sono catapultato contro la finestra per vedere il gufo. Yasser mi ha raccontato che il gufo era incastrato tra i rami dell’ albero e tutto d’un tratto come se fosse stato colpito è caduto per terra. Lui era molto preoccupato perchè pensava che fosse una ferita gravissima. Se la prof gli avesse dato il permesso sarebbe andato a controllare il rapace ferito e avrebbe chiesto ai collaboratori scolastici una coperta morbida per avvolgerlo e l’avrebbe riposto su uno dei divanetti della scuola e poi dentro in una scatola.(Santiago)”
“Ero felicissimo perché non avevo mai visto un rapace (Nisandu)”.
Con affetto, la seconda D della scuola G.Galilei di Cavriago.
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Ultimo aggiornamento: 27-02-2025, 13:52